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La Storia

L’idea
Tutto nacque nel 2003, quando venne finalmente deciso il destino del vecchio serbatoio d’acqua municipale, risalente agli Anni Sessanta, ormai in disuso da tempo e dal dubbio futuro. Si trattava di una torre piezometrica alla cui sommità era presente una cisterna idrica capace di circa 150 metri cubi, rimasta negli anni abbandonata a guardare dall’alto il paese che cresceva. Fu proprio perché il paese cresceva, che il vecchio acquedotto divenne presto inadeguato alla crescente domanda di acqua da parte della popolazione. La soluzione, una nuova cisterna sotterranea molto più capiente e moderna, se da un lato risolse le esigenze degli abitanti, dall’altra costituì per la vecchia torre una sentenza di morte. Fu così che il vecchio bacino venne svuotato e abbandonato, in attesa di venire demolito, fine cui andarono incontro numerose altre torri della pianura. A vederla così, con quei suoi possenti tralicci e col grosso condotto verticale, alcuni appassionati di astronomia l’avevano istintivamente associata a una classica torre solare, nome con cui si designa una costruzione dedicata all’osservazione astronomica del Sole. 
Così, un bel giorno, la notizia di questa vaga somiglianza varcò per voce di Natale Suardi, cittadino di Brembate Sopra, la soglia del palazzo comunale, giungendo alle orecchie del suo storico sindaco, Giacomo Rota.
Dimostrando di saper guardare lontano ben più di un buon telescopio, egli seppe coraggiosamente immaginare per quel colosso di cemento armato una nuova prestigiosa destinazione, strappandola dal suo sbiadito passato per lanciarla verso un futuro che si sarebbe dimostrato più splendente che mai.

Cos’è una Torre Solare?
Come per i teleobiettivi fotografici, nei quali maggiore è la focale e più grande risulta la scala dell’immagine, così nel mondo dei telescopi solari è necessaria una grande distanza focale per ottenere un disco della nostra stella sufficientemente grande per essere studiato nei dettagli. Ma se per riprendere un soggetto lontano impieghiamo un teleobiettivo da 300 millimetri di focale, per un telescopio solare servono focali dell’ordine delle decine di metri. Il telescopio solare più lungo del mondo, ad esempio, misura 150 metri di lunghezza. La costruzione del tubo ottico di un telescopio tanto lungo, per tacere del suo supporto, costituisce una sfida incredibile: non devono esserci flessioni o vibrazioni, lo si deve puntare e mantenere puntato agevolmente in direzione del Sole e proteggerlo dagli agenti atmosferici quando non è in uso. La migliore soluzione, trovata verso la metà dell’800, consiste semplicemente nel porre tali lunghissimi tubi in posizione verticale, all’interno di torri metalliche o in muratura dette appunto torri solari. Alla base della torre vi è un locale buio al cui interno gli astronomi osservano l’immagine del Sole, mentre alla sua sommità si trova un sistema di specchi, detto celòstata, che cattura la luce solare per indirizzarla con una serie di riflessioni verticalmente verso l’occhio del telescopio, alloggiato all’interno della torre. In Italia esistono solamente due torri solari, una ad Arcetri in provincia di Firenze e l’altra a Monte Mario, in Roma. L’analogia estetica tra le fattezze esterne del vecchio acquedotto di Brembate Sopra e quelle di una torre solare erano innegabili: la sala macchine alla base della cisterna poteva diventare il laboratorio di osservazione, il lungo pozzo dell’acqua verticale era già la sede del tubo di un telescopio solare e lassù in cima, nell’ex serbatoio, bastava sistemare il sistema a specchi. Quando sulla scrivania del sindaco giunse un disegno tratteggiato velocemente a matita su come si poteva operare la trasformazione del bacino pensile, furono in molti a pensare che di quell’idea, per quanto originale, non sarebbe rimasto che quel foglio di carta …
Il Progetto
Dalla geniale fantasia dell’Ital Engineering di Brescia, a firma dell’ingegner Eliseo Papa e del suo staff di collaboratori, sortì presto un progetto completo che disegnava attorno alla vecchia torre una vera e propria cittadella per l’astronomia, ricca di numerose installazioni e di brillanti soluzioni architettoniche. A meno di tre anni dall’inizio dei lavori e con un investimento di quasi un milione e mezzo di euro, oggi quel progetto si è concretizzato nelle originali linee della Torre del Sole: non solo un ottimo esempio di recupero delle risorse, ma anche un nuovo formidabile strumento a favore della collettività per la ricerca, la didattica e la divulgazione delle discipline del cielo.